Chi conosce Matera sa bene che la nostra città vanta numerosi luoghi suggestivi, ricchi di storia e mistero. Con oltre 150 chiese rupestri e cripte presenti nel suo territorio, d’altronde, Matera ha un patrimonio storico e artistico inestimabile, dove i Sassi rappresentano solo una parte – pur considerevole – dei luoghi da conoscere e ammirare.
Uno di questi è senza dubbio la cripta di Sant’Andrea, antica chiesa cenobitica risalente al XII – XIII sec. d.C. circa. Situata nella zona del Casalnuovo, nel Sasso Caveoso, è uno degli ambienti scavati nel costone calcarenitico presenti in quell’area degli antichi rioni di tufo.
Grazie ai nostri partner della Casa Grotta del Casalnuovo – gestori della cripta – andiamo alla scoperta di questo luogo affascinante.
Un po’ di storia
Situata nel Sasso Caveoso, la cripta di Sant’Andrea (da non confondere con la cappella di Sant’Andrea, situata nella Murgia Materana) risale al periodo che va dal XII al XIII secolo.
È composta da tre ambienti che, nel corso dei secoli, hanno visto modificare radicalmente la loro destinazione d’uso.
Si tratta di un’antica chiesa cenobitica: in pratica, essa raccoglieva una comunità di monaci guidati da un’autorità spirituale. La cripta di Sant’Andrea, infatti, fu in principio utilizzata dai monaci per le loro preghiere.
Dopo il loro abbandono, però, la cripta venne utilizzata dalla popolazione locale sia per svolgere lavori manuali che per la produzione di vino: in essa, infatti, ancora oggi si nota la presenza di “palmenti”, vasche in pietra nelle quali i materani di un tempo pigiavano l’uva per ricavarne il mosto.
Nella cripta sono presenti anche tre cisterne adibite alla raccolta di acqua piovana: questa è un’altra delle peculiarità di molti ambienti presenti nei Sassi che, lo ricordiamo, sono diventati Patrimonio Unesco proprio grazie ai sistemi di raccolta delle acque piovane.
Architettura e stile
La cripta di Sant’Andrea presenta un ingresso arcuato e si sviluppa verso il basso in due settori, intercalati da due archi a tutto sesto e sorretti da pilastri rettangolari, completamente ricavati nella roccia, che formano due cunicoli. Il primo ambiente, dopo il vestibolo, è quello della preghiera, la cui forma planimetrica ricorda la croce latina.
Scendendo le scale, si giunge nel secondo ambiente, che rappresenta il primo ipogeo.
Al suo interno, troviamo nicchie di varie dimensioni scavate nella roccia: esse servivano ai monaci per posizionare le lanterne ad olio e i pochi oggetti di uso quotidiano in loro possesso.
La cripta vera e propria coincide con il terzo ambiente. Poco prima dell’ingresso, è possibile notare la traccia di una croce, inscritta in un cerchio, i cui bracci sono posti in diagonale (composizione detta crux decussata): la tipologia di questa croce è probabilmente il motivo per cui alla cripta è stato associato il nome Sant’Andrea.
Sempre nella cripta, è possibile notare una volta sulla quale sono presenti graffiti che richiamano la simbologia della croce, che si ripete spesso.
Ritrovamenti nella cripta di Sant’Andrea
Durante i lavori di ristrutturazione, avvenuta negli anni scorsi, la cripta di Sant’Andrea ha regalato alcuni interessanti ritrovamenti: da segnalare la tomba con i resti di una persona probabilmente rilevante per la comunità monastica che frequentava la cripta (forse un abate); sopra la tomba, è stata rinvenuta una pittura che probabilmente raffigura un angioletto; nel catino absidale, invece, è venuta alla luce una parte di dipinto raffigurante un Cristo Benedicente.
Insomma, siamo sicuri che una visita alla cripta di Sant’Andrea sarà occasione per incuriosire i vostri bambini e ragazzi, accompagnandoli alla scoperta degli antichi luoghi di culto di Matera.